IL BAR DEL REPARTO.
Chiacchiere in libertà intorno al mondo dell'audio e della musica suonata e registrata Curato, quando può e ne ha voglia (rarissimo!) da Diego. |
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Ovvero: come fare una scheda tecnica che serva davvero! Ho deciso di scrivere questo post dopo che, in quindici anni di live, sono passate fra le mie mail le schede tecniche più assurde dell'universo. Si va dalla coverband di paese che copia quella degli U2 e quindi ti chiede microfoni Shoeps e impianti line array, fino a quella del super professionista che scrive solo che gli serve la sedia (per poi scoprire che non ha con sè neanche il plettro e si chiede come possa essere che il service non glielo fornisca). Ho pensato quindi di fare un piccolo tutorial per la scheda tecnica (o rider, come si dice in gergo quando comprende anche questioni di alloggio, catering, vitto ecc...). Qui e là in questo post metto anche alcune schede di professionisti con i quali ho lavorato (niente preso da internet!) che mi sembrano interessanti per come sono scritte. Ecco, quindi, le regole d'oro! 1. SCRIVETE NELLA SCHEDA SOLO QUELLO CHE VI SERVE DAVVERO. Se non avete un vostro fonico, è inutile che chiediate al service particolari compressori, equalizzatori, mixer o microfoni: che ve ne frega? Certo, magari adorate il suono di un Beta81, ma se il fonico del service non lo conosce bene, o se a lui invece non piace, o ancora non va proprio d'accordo con i sub dell'impianto o con la venue dell'evento, non farà un buon lavoro. Curate i vostri suoni, i vostri ampli e tastiere, e lasciate che tutto quello che venga dopo sia curato dal service. Cercate piuttosto di essere chiari su quello che vi serve assolutamente, per esempio indicando chiaramente i vostri ascolti (in-ear, monitor fisico, ecc...), il numero di canali con relativo assegnamento (channel list), e la vostra disposizione sul palco, con uno schema chiaro e leggibile. Se siete in tanti, pensate alla disposizione di palco non solo per quanto riguarda la vostra performance, ma considerando anche problematiche acustiche e di amplificazione: per favore, non mettete il vibrafono accanto alla testata-cassa del chitarrista! 2. NIENTE RICHIESTE ASSURDE, NIENTE COPIA-INCOLLA! Nelle produzioni di alto livello, o almeno quelle in cui ho avuto la fortuna di lavorare, il setup è curato da una produzione che decide un budget, fonici, backliner etc. Eventi di questo tipo hanno quindi di solito un responsabile di produzione e un fonico residente e penso che lascerete fare a loro il lavoro. In quelle situazioni è ovvio che ogni richiesta va bilanciata prima del tour fra il service che vi seguirà, il vostro fonico e le vostre esigenze: non è il caso di parlarne qui. Se invece siete una band SENZA una vostra produzione, o al massimo con il vostro fonico di sala, è inutile che prendiate una scheda tecnica di alto livello e copiate richieste, marche e modelli. Probabilmente i 3/4 dei service che incontrerete non possiedono un line array V-Dosc, un mixer Digico SD9 e qualche outboard paura come un Manley Voxbox per la voce del cantante e un Amek CIB per il basso... eh, noi sì, ma è un'altra storia :-) Semplicemente è inutile, avete scritto cose che giustamente verranno ignorate dal service. Non scopiazzate da altre band, o peggio da band di alto livello, perchè non è detto che quelle richieste e quel tipo di canali, compressori, microfoni vada bene anche a voi. Quando ho seguito alcune date di Francesco Renga, in sala sulla sua voce c'era un Avalon 737. E' una macchinina da duemila euro, non è che proprio potete pretendere che tutti i service l'abbiano in insert nel banco. Chiedetela in studio, se proprio vi piace, ma non senza aver prima ascoltato altre macchine che il fonico di registrazione vi potrebbe proporre. Se avete qualche preferenza in fatto di microfoni, non è detto che il microfono che vi piace così tanto in studio o in sala prova vada altrettanto bene su un palco: quindi, indicatelo pure ma lasciate che il service decida per voi! Molto spesso un fonico con un microfono che non conosce o non ama fa più danni che con un microfono normale! Mi è capitata questa cosa anni fa, con una band che si presenta con un super-vintage Telefunken... ora, in questo caso dico "super-vintage", in senso dispregiativo: era un rottame degli anni '60, elettronica andata, capsula pure: niente di buono. E anche se fosse stato nuovo, probabilmente poteva funzionare solo in studio. Così, con gli spippolamenti del caso, ero riuscito a non farlo fischiare nei monitor (era un cardioide ma molto molto aperto), e a fare uscire qualcosa simile alla voce nell'impianto. Insomma, sarebbe andato moooooooolto meglio un buon SM58 e buonanotte. Considerate anche le problematiche dell'amplificazione, dei palchi, dei tendoni: sono cose che probabilmente il service ha già preso in considerazione mentre voi perdete solo del tempo a questionare... salite sul palco e fate un buon soundcheck, per tutto il tempo che vi serve (questo sì, esigetelo anche dagli organizzatori), perchè fatto un buon soundcheck siete a metà dell'opera. 3. SIATE PRECISI E PRETENDETE PRECISIONE I service hanno spesso con sè qualche valigetta di "paraculate varie". Io personalmente non giro MAI senza. Un buon set di connettori, adattatori, cavi particolari, cavi test ecc... Ma non appoggiatevi esclusivamente sul service! Ho incontrato chitarristi che non avevano nemmeno il loro jack per andare all'ampli. Ora, a parte che il cavo giusto potrebbe anche cambiare qualcosina nel vostro suono, e vi consiglio di inserirlo nel vostro setup, a volte capita che il service non abbia cavi, adattatori, alimentatori anche per voi! Con un famoso artista americano (sono un signore, niente nomi), durante un festival, uno degli alimentatori della sua pedalina effetti ha dato forfait. Avevamo alimentatori 12/220 V di scorta, peccato che i suoi pedali funzionavano appunto con la tensione americana, 110V. Il tipo quasi si è scocciato che non avessimo prese e alimentatori per la Cina, la Manciuria, la Gallia e soprattutto per Atlantide. Pazienza, togli il tuo bel Big Muff amico mio (ahi ahi, ho dato troppi indizi! Chi indovina di chi si tratta vince un pandoro). Quindi scrivete sulla scheda tutto quello che vi potrebbe servire, anche se gli ampli devono essere rialzati o hanno bisogno di attenzioni particolari. Siate vincolanti con le richieste, perchè se siete precisi è giusto che richiediate la stessa precisione anche dai tecnici. Alcune testate da basso non gradiscono l'alimentazione Phantom +48V, è risaputo, eppure succede ancora che qualcuno connetta il segnale alla presa DI out con inserita quella alimentazione. Siate molto chiari, oppure meglio ancora scrivetelo con lo scotch vicino alla DI out della vostra testata! Indicate i punti corrente che vi servono sul palco, le varie entrate e uscite di segnale, e soprattutto se certe zone di palco devono essere lasciate assolutamente libere da cavi o monitor (per il corpo di ballo, proiezioni, o per le evoluzioni rock del vostro chitarrista solista). Un service non ha voglia di mettere giù cavi dove sa che dovrà spostarli, quindi eviterete di buttare via del tempo e di questionare per spostare quattro teste mobili appoggiate proprio dove dovete proiettare! Infine, siate puntuali. Sono tutti lì per voi - i tecnici il pomeriggio, l'elettricista la mattina, il vostro pubblico pagante la sera. I tecnici potrebbero anche avere altro da fare e se ritardate il soundcheck va solo a vostro discapito, perchè si farà tutto di fretta... E INFINE LA REGOLA D'ORO: NON SIAMO NEMICI! Lo so, non tutti i tecnici sono tranquilli e a volte vengono da nottate pesanti. Ma vi assicuro che nemmeno tutti i musicisti sono così simpatici :-) La regola principale è quella del rispetto e della comprensione reciproca. Certo, dopo che avete detto per sei volte al fonico di palco che la voce in in-ear è troppo metallica e ancora non cambia nulla, un vaffanculo ci sta. Ma in generale stiamo tutti lavorando per la stessa cosa, IL VOSTRO EVENTO, IL VOSTRO SOUND, LA VOSTRA PERFORMANCE. Nessuno vuole lavorare male, se come noi adora questo lavoro! Quindi cercate di capire i limiti che vi impongono (uno per tutti: i volumi sul palco! Così facendo, sappiatelo, state rovinando tutto anche fuori. Non credo siate tutti i giorni su un palco grande come quello del Primo Maggio...), e cercate di far capire anche i vostri limiti. Uno show che finisce con una stretta di mano e un arrivederci alla prossima piace a tutti. Il tuo commento verrà pubblicato subito dopo essere stato approvato.
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Marzo 2020
Diego.
Architetto, studi in acustica e in acustica architettonica. Fonico, piccolo audiofilo, fondamentalmente un appassionato. |