IL BAR DEL REPARTO.
Chiacchiere in libertà intorno al mondo dell'audio e della musica suonata e registrata Curato, quando può e ne ha voglia (rarissimo!) da Diego. |
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di Diego Bergamini, architetto, fonico. basato sulle considerazioni di Fedele De Marco, TCA e sound engineer con la collaborazione del TCA architetto Sergio Morandi - EDIT - Rispetto a quando ho scritto questo post, sono ora anche io abilitato alla professione come TCA; non cambia molto il senso della cosa, ma facendo l'esame di ammissione all'albo ho scoperto che le leggi sono molto più fluide di quanto pensassi qui, e soprattutto che cambiano a una velocità spaventosa, oltre che ad essere molto diverse geograficamente. Prendete quindi questo scritto come una PROPOSTA DI LAVORO e non come accademia. Grazie! - FINE - Nonostante la legge al riguardo sia in giro ormai da un po', è solo ultimamente che cominciamo a notare, durante gli eventi live ai quali forniamo le nostre prestazioni, una decisa attenzione all'impatto sonoro complessivo che ha la manifestazione sul vicinato. Francamente non possiamo che essere d'accordo con le linee generali di questa impostazione, poiché si deve limitare al massimo possibile l'inquinamento acustico su chi vuole dormire (perché per sfiga oltre a fare un gran baccano lo facciamo pure di notte...), oltre ad avere un occhio - orecchio di riguardo verso l'udito del pubblico che non può essere devastato da volumi insopportabili. Capita poi, pratica che come andremo a vedere è abbastanza errata, l'organizzatore faccia firmare un foglio di scarico responsabilità verso il fonico: come se esso fosse il solo responsabile del volume della serata, e soprattutto come se avesse le competenze e il titolo per poter valutare correttamente l'impatto acustico. Innanzitutto, prendo le mosse da Fedele De Marco, punto di riferimento per tutti noi, che sul suo blog "Il Lato Oscuro della Fase" posta un articolo assolutamente necessario per la comprensione di quello che andremo a dire, e potete trovare l'articolo a questo indirizzo Le normative sono due, una che identifica i locali dove si fa musica/intrattenimento danzante, ecc., e un'altra che invece copre le manifestazioni temporanee. Al chiuso, non si possono superare i 95dB LeqA (ripasso velocissimo: è il valore medio dell'emissione acustica integrata nel tempo, che la normativa ha giustamente sostituito al valore inizialmente previsto di LASmax); nei concerti temporanei la cosa è più complicata e tira in ballo i piani acustici del rumore comunali. Quindi in un normale concerto in piazza possiamo incontrare due situazioni: 1 - l’organizzatore ha ottenuto deroga ai limiti di rumore ambientale; la deroga non è illimitata ma prevede orari e livelli sonori variabili a cui è necessario attenersi e quindi potremmo avere ad esempio limiti di 85 db fino alle ore 24; 2 - l’organizzatore non ha deroga (forse nemmeno sapeva che poteva chiederla) e a quel punto disastro totale, con limiti probabili di 40 db istantanei alla finestra della casa più vicina. In questo ultimo caso consiglierei di non firmare niente e anzi di pretendere manleva delle responsabilità per inquinamento acustico da parte dell’organizzazione. Posto che la normativa pone come obbligato in solido anche chi usa l'impianto (cioè il fonico, quindi sono anche ca*** nostri!!!), all'atto pratico sappiamo bene che un concerto live non è mai un disco messo dal DJ. Un impianto tarato e limitato per non superare una certa soglia, infatti, è l'unica emissione nel caso di un DJ set, ma non è che uno dei componenti dell'emissione di un live! Quante volte da fonici ci siamo trovati - parlo ovviamente di situazioni piccole, e questo è l'intento del mio post, ché i fonici di Modena Park hanno altro a cui pensare - che la batteria semplicemente suonata acustica era già alta? Che i tre o quattro amplificatori 4x10 (diolimaledica!!) dei musicisti già superavano ogni soglia del concepibile? E che in questo marasma, per sentire qualcosa, tutti chiedevano volumi a cannone nei monitor? Ci si trova così, a impianto SPENTO, già molto oltre la soglia imposta. C'è poi il pubblico che urla (in certi miei concerti il momento più alto di volume è stato all'ingresso dei musicisti sul palco, per poi goderci in tranquillità ampiamente nei margini un quartetto jazz per il resto della serata). Ditemi voi che colpa ne ha il fonico a questo punto, a parte trovarsi lì e non cercarsi un lavoro vero. In più deve in qualche modo far uscire un mix decente, quindi alzando nell'impianto quello che manca: voci, tastiere... non si finisce più. Ovviamente tutto questo nasce da enormi errori di fondo, anche dei musicisti, di luoghi per lo spettacolo non idonei (tensostrutture, locali pesantemente riverberanti e senza trattamento acustico, con enorme presenza di suono riflesso), e di mancanza di comunicazione; ma ci sono anche generi che richiedono un po' di pressione sonora, è innegabile. E poi cisono anche fonici audiolesi da anni di volumi a cannone. Insomma, una giungla. Del resto non volete essere voi ad andarci di mezzo se arriva un bel controllo no? Ecco una mia proposta di lavoro. Posto che gli unici che possono parlare con competenza e abilitazione sono i TCAA, Tecnici competenti in acustica ambientale, anche noi potremmo al nostro mixer cercare di stare in certi parametri. Il problema di una misurazione Leq, ovvero integrata nel tempo di misura, è che quasi nessuno di noi possiede un costoso fonometro integratore (giusto o sbagliato che sia, non sono molti i service che prendono una macchina da tre/quattromila euro solo per controllare i volumi, anche se poi ne spendono magari altrettanti per due microfoni; ma questo è un altro discorso). Possiamo però farci un'idea di come stiamo andando con i nostri volumi con un semplice microfono di misura, un fonometro economico, un portatile con scheda e qualche software. Ne indicherò due: uno perché è fra i più usati nelle nostre regie, e uno perché è gratuito (ma molto ben fatto). Ovviamente la cosa si può fare anche con una DAW in direct monitoring con qualche plugin di misura, dipende da come siete comodi. Il punto non è il come, ma il farlo! OVVIAMENTE (ma non per tutti è chiaro, quindi per alcuni per ora scriverò ovvietà) in entrambi i casi serve una calibrazione iniziale con un fonometro esterno: alla scheda arrivano valori diversi a seconda di come è impostato il gain del canale al quale avete collegato il microfono, a seconda dei volumi interni al routing, ecc: una scheda legge solo un valore dbFS (Full scale: una scala che termina con il clip del canale). Siete voi che dovete dirgli: "ecco, quando leggi -12 sul tuo canale interno, noi qua dentro siamo invasi da 120db". Quindi, imparate a calibrare, e prendetevi un fonometro economico. Non stiamo, appunto, facendo i consulenti di tribunale: vogliamo solo capire cosa stiamo combinando. A mio personalissimo avviso, potremmo mandare dall'impianto un pink noise intorno ai 95db, lasciando sulla scheda abbastanza margine perché si possa avere qualche sforo in alto senza clip. Quindi, ad esempio, mandare il rosa dall'impianto affinché il fonometro esterno segni 95db, impostare il gain della scheda perché il microfono di misura dia un -16 dbFS sul canale, e a questo punto tarare il software perché questi -16db li legga come 95db. In questo modo possiamo avere sulla scheda abbastanza headroom per gestire eventuali picchi durante il concerto. Prendo 95db(A) come riferimento generico - poiché valore consigliato anche al chiuso e francamente un valore di tutto rispetto, perché ci permette una buona pressione sonora senza esagerare con il volume verso l'audience; se però il valore che ci viene indicato da tenere è diverso (ovvero il valore che viene dato in deroga dall'autorità), possiamo impostare quello. Ora il punto potrebbe essere il tempo di integrazione; infatti la misura Leq è proprio direttamente legata al tempo in cui la misura viene campionata. Buon senso indicherebbe che dobbiamo impostarla almeno alla durata prevista dello show, così che durante la serata avremo costantemente la lettura aggiornata di come sta andando la MEDIA del nostro volume di sala. Ovviamente è poi essenziale capire dove posizionare il microfono di misura (o i diversi microfoni, se vogliamo avere una lettura a zone!). Il microfono potrebbe controllare il livello di inondazione sonora dell'audience se fosse posizionato a metà sala, tipicamente in zona regia: è un buon compromesso fra le prime file e le ultime... e se abbiamo un buon sistema line array le letture in queste diverse zone non dovrebbero nemmeno essere troppo diverse. Se abbiamo invece un recettore sensibile, ad esempio una casa con un vicino in odore di chiamare le forze dell'ordine, potremmo posizionarlo in quelle vicinanze... facendo tirare al ragazzo che ha appena cominciato questo lavoro qualche bel XLR da 50 metri. Un buon modo per testare il livello di passione per il lavoro, ben più di un colloquio in magazzino. Veniamo ai software che tendo ad utilizzare. 1. SMAART. Con questo popolarissimo software, possiamo impostare la lettura del meter su Leq; immediatamente si apre la finestra di calibrazione. Il vantaggio è che durante la lettura possiamo sempre tenere d'occhio l'analizzatore FFT tanto utile in questi casi; inoltre il software gestisce con facilità letture multiple da diversi microfoni. Lo svantaggio è che non abbiamo un tracciato visivo di come sta andando il volume, ma solo la sua lettura (a meno che non abbiamo Smaart SPL che ha questa funzione, ma non l'analisi; anche con Smaart comunque possiamo comunque creare un file di log con i vari valori misurati da tenere come prova scottante di quello che è successo!). www.rationalacoustics.com/smaart/about-smaart/ La schermata di Smaart con la lettura dei valori SPL; in questo caso - presa dal sito ufficiale del programma - si vede una lettura multizona, i relativi valori LAeq con integrazione, e un valore fissato con il margine di lavoro che il fonico può tenere. 2. REW è uno splendido programma per l'analisi, per di più gratuito, che consiglio a tutti. Ha la funzione di SPL meter che può essere aperta e impostata su Leq previa solita calibrazione. Inoltre, ha la finestra di log con l'andamento di vari valori, sia i picchi istantanei sia le varie Leq integrate nel tempo, e anche in questo caso questi valori possono essere salvati in un file di log. Infine, se avete uno schermo abbastanza grande, potete anche caricare la finestra di analisi FFT per l'analizzatore di spettro. Voilà! www.roomeqwizard.com La finestra di lettura di REW impostata in LAeq, con i valori del mio studio integrati in 30s. Si possono visualizzare anche i valori max/min e la pesatura; inoltre si può impostare un passa-alto a 9Hz che dovrebbe limitare eventuali rumori meccanici, movimenti del pubblico, ecc. La comoda schermata con il plot dei valori; per comodità ho selezionato di tracciare solo i valori istantanei (nero), il LASmax (giallo), e il nostro famoso LAeq (viola). Interessante anche dal punto di vista scientifico vedere come si muovono i valori nei loro rapporti relativi. Ecco, io credo che con questi semplici strumenti possiamo tenere d'occhio, al di là di quello che sentiamo (che comunque c'è poco da fare, è sempre la cosa più importante!!!) l'impatto sonoro che stiamo dando al pubblico o al vicinato. Ovviamente le nostre misure non hanno nessun valore legale, scientifico, nemmeno da discussione del bar; però possiamo almeno avere un riferimento verosimile al quale attenerci, e magari guadagnare qualche db in sul bel pezzo lento per poi sfruttarlo sul finale con brio prima di andarcene a nanna. Senza denunce. 10/4/2020 00:12:20
15 anni fa sono stato incaricato di redigere le Linee Guida APAT in materia di Inquinamento Acustico.
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Diego
10/4/2020 14:23:56
Che piacere Fabrizio, sono felice di averti sul nostro piccolo blog!
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10/4/2020 15:14:25
Grazie a te ! Una domanda, ma ad ogni mia risposta devo compilare il modulo...?
diego
17/4/2020 21:20:37
Ciao, dovrei aver eliminato la richiesta almeno del noioso Captcha ma la struttura del sito richiede il modulo, sì...
Nino Cucinella
10/4/2020 11:03:10
Sono d'accordo in parte anche perchè è tutto facile se parliamo del quartetto che suona e/o del gruppo della festa dell'unità e/o simile.
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Diego
10/4/2020 14:25:51
Boh. Non capisco il tono nè il concetto.
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Diego
10/4/2020 14:46:11
Ho compreso la tua puntualizzazione sulla pagina FB dei TCA. Specificherò meglio che la dimensione dell’evento è fondamentale... 10/4/2020 15:20:01
Per i piccoli eventi la deroga è inevitabile, anche perché si svolgono praticamente sempre a ridosso di abitazioni o centri abitati. Il problema con le richieste di deroga sono i tempi (almeno 20 giorni) ed il fatto che bisogna dichiarare il falso, vale a dire di aver fatto tutto il possibile per limitare le immissioni verso l'abitato. Il problema è che con i sistemi Line Array è vero esattamente il contrario, perché inquinano assai di più, a parità di livello sul pubblico. Quindi basterebbe la sola presentazione di una domanda di deroga per configurare un reato ex Artt.481/483 C.P., a carico di chi presenta la richiesta e del tecnico competente che la sottoscrive. Attenzione: non tutti i vicini hanno avvocati ignari !!! ;)
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Marzo 2020
Diego.
Architetto, studi in acustica e in acustica architettonica. Fonico, piccolo audiofilo, fondamentalmente un appassionato. |