IL BAR DEL REPARTO.
Chiacchiere in libertà intorno al mondo dell'audio e della musica suonata e registrata Curato, quando può e ne ha voglia (rarissimo!) da Diego. |
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Guerre di volume, range dinamico e posizioni del Reparto sulla questione. Immagine: la waveform dello stesso pezzo in tre diverse versioni, diversamente masterizzate a seconda del periodo storico e del mercato discografico. Non è questa la sede per raccontare l'interessante storia della Loudness War, quella guerra non dichiarata che ha visto scontrarsi dagli anni '90 in poi tanti studi di mastering per far suonare più "forte" (qualunque cosa questo aggettivo voglia dire) le registrazioni: usando i potenti brickwall limiter, le compressioni look-ahead, i sistemi di soft clipping, ecc., che in quegli anni erano diventati ormai allo stato dell'arte, si è arrivati a far suonare un CD nell'ultimo mezzo dB disponibile sul supporto, ovvero 0,5dB di differenza fra il segnale più debole e quello più forte dell'intero disco!! Questo solo per il semplice motivo psicoacustico per cui l'orecchio tende a preferire un suono che suona più forte (ovvero, per essere corretti: con intensità superiore) rispetto a uno che suona più debole, poichè con un segnale forte l'orecchio e il cervello fanno meno fatica a decifrarne il contenuto (se non che, alla lunga, questo affatica l'ascolto, ma per ora fermiamoci qui). Un po' come in fotografia, quando si schiarisce una fotografia leggermente sottoesposta: fa niente se era migliore prima, a un occhio inesperto la fotografia più chiara è più appagante alla vista. Quindi le radio commerciali, i CD da mettere nei locali, i dischi alle feste... più suonavano alti più sembrava meglio: più vendibili. Il nostro orecchio è, ahimè, potentemente dinamico: possiamo percepire un range sonoro di 96dB (Guidotti, 2001; ma si vedano soprattutto i lavori di F. A. Everest). I grandi limiti dei supporti fisici, oltre alla banda in frequenza riproducibile, stavano anche nella loro limitata gamma dinamica: un vinile può riprodurre fino a 60dB di dinamica (lasciamo in questa contesto perdere il discorso della de-enfasi, e degli espansori di dinamica), ma un organo liturgico o una orchestra sinfonica può arrivare a oltre 80dB di dinamica! Come fare a farci stare questo grande pacchetto dentro quello più piccolo del disco? Bisogna in qualche modo "schiacciare" il segnale nei passaggi più forti per alzare il livello medio, per allontarlo dal rumore di fondo del supporto che cova negli stadi bassi, ed essenzialmente si usa la tecnica della compressione dinamica. Fin qui tutto bene, soprattutto considerando che oggi il CD normale a 16bit arriva ai fatidici 96dB (teorici) dell'orecchio umano, e che le registrazioni a 24bit (standard in studio, come usiamo anche noi al Reparto) hanno un range dinamico teorico di ben 144dB - anche se poi si riduce a 120 per altre questioni. Quindi, sembrerebbe che non ci sia più bisogno di compressione! Finalmente! O no? Purtroppo, a tutti noi sarà successo di ascoltare una nostra registrazione in ambiente rumoroso, con scarso sistema di riproduzione (in treno con gli auricolari, in macchina nel traffico): il risultato è che i passaggi più deboli si perdono nel rumore, si alza il volume e quando arrivano i segnali più forti il sistema va in distorsione oppure ci prende un infarto. Se invece ascoltiamo il programma di una radio, magari un network commerciale, notiamo che riusciamo ad ascoltare sia il lentazzo di Sanremo, sia un pezzo indemoniato di un gruppo metal finlandese tenendo lo stesso volume. Come è possibile? Perchè entrambi sono stati schiacciati e alzati/abbassati fino a farli suonare sempre in maniera identica (si veda l'immagine in apertura al post). In questo caso, la compressione estrema può anche funzionare. Ma se vogliamo parlare di registrazioni di qualità, pensate per essere ascoltate da orecchie di intenditori, su sistemi decenti, con attenzione all'ascolto, non possiamo per nulla accettare un tale processing su pezzi che magari voi avete suonato con tanta attenzione alle dinamiche. Ma non facciamo gli integralisti: anche un po' di compressione, se ben gestita, ha una sua bontà! Senza farla troppo lunga, anche nei progetti acustici la compressione sia in singola traccia sia su buss o master ha comunque le sue peculiarità, perchè nel tempo i compressori sono passati da sistemi correttivi a sistemi creativi, e spesso il suono che ne esce è ancora più interessante; ovviamente devono essere macchine / simulazioni di altissima qualità, in grado di correggere quando c'è bisogno e lasciare inalterato il segnale quando non necessario. Noi al Reparto prendiamo molto seriamente in considerazione la questione, soprattutto vista la nostra specializzazione nel registrare ensemble acustici. Per questo motivo per ogni registrazione, alla fine del processo di mixing (se avete deciso per un mastering esterno) o alla fine del processo di mastering (se avete deciso di fare tutto con noi), per ogni traccia vi forniamo un file di log con l'analisi ufficiale della dinamica del pezzo, con la valutazione della DR. In questo modo, al di là della percezione di come avete suonato o mixato il pezzo, potrete avere un riscontro misurato di quanta dinamica è stata preservata. Inoltre potrete confrontarla con quella di moltissime pubblicazioni, che vengono quotidianamente recensite su un apposito sito in continuo aggiornamento: http://dr.loudness-war.info/ Alla fine del lavoro, avrete quindi una valutazione simile a quella nell'immagine - che in realtà presenta un voto piuttosto basso, ma che ho preso velocemente da una pagina web :-) Più alto sarà il giudizio DR, maggiore sarà la dinamica del pezzo/del disco; queste informazioni vi verranno allegate nel file finale DDP del vostro progetto. (per informazioni sul DDP cliccate qui) La scala di range dinamico è la seguente: (immagine tratta dal sito loudness-war.info citato prima) . Ovviamente, a seconda dei generi musicali, si può interpolare la scala (chiaramente un pezzo di elettronica spinta non necessita la stessa dinamica di un pezzo di musica classica, e anzi troppa dinamica in quel caso potrebbe essere un problema nei locali dove viene trasmesso), quindi una scala "interpretata" potrebbe essere la seguente: . Per finire, qualche famosa pubblicazione con la loro relativa dinamica: Non è questo il contesto per fare un'ampia trattazione acustica e musicale sulla Dinamica, ma spero in questo modo di aver chiarito alcuni concetti, soprattutto per chi quando si affida a una registrazione teme sempre l'uso di compressione, la perdita di dinamica, o peggio suona senza dinamica per cercare di controllare questo parametro. Una buona dinamica è possibile, anzi, è a portata di mano!
- APPROFONDIMENTI - Sono molti i siti che affrontano con maggior precisione il discorso della dinamica nelle registrazioni, sia dal punto di vista artistico che tecnico ed elettronico/meccanico. Abbiamo volutamente fatto un riassunto e considerato la vicenda dal nostro punto di vista. Per approfondimenti di ordine tecnico, consigliamo la storia della Loudness War vista dalla parte di uno studio di mastering: http://curioza.com/3APLUSM/index.php/resources/loudness-war Uno dei possibili scenari per la fine della Guerra, soprattutto alla luce del lavoro di Apple con iTunes, e dell'importantissimo lavoro sul masteringi di qualità di Bob Kantz: https://www.soundonsound.com/sos/feb14/articles/loudness-war.htm E per finire, il documento conclusivo sul lavoro dei Livelli di ascolto, la EBU Recommendation R 28; basata sulla ITU-R BS.1770, è un importante passo verso la normalizzazione dei livelli voluta della European Broadcasting Union, il cui testo integrale lo trovate in PDF su: https://tech.ebu.ch/docs/r/r128.pdf Buona lettura! Your comment will be posted after it is approved.
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Marzo 2020
Diego.
Architetto, studi in acustica e in acustica architettonica. Fonico, piccolo audiofilo, fondamentalmente un appassionato. |